sabato 14 luglio 2018

Recensione Il giardino delle farfalle - Dot Hutchison

Buongiorno lettori e bentornati su Leggiversando!
Evidentemente c'è qualcuno che mi ascolta perché finalmente mi è capitato tra le mani un gioiellino che merita il titolo di Thiller.
Venite a sapere cosa penso de Il giardino delle farfalle di Dot Hutchison

Il giardino delle farfalle
Dot Hutchison

 

Editore: Newton Compton Editori

Trama: Vicino a una villa isolata c’è un bellissimo giardino dove è possibile trovare fiori lussureggianti, alberi che regalano un’ombra gentile e... una collezione di preziose “farfalle”: giovani donne rapite e tatuate in modo da farle assomigliare a dei veri lepidotteri. A guardia di questo posto da brividi c’è il Giardiniere, un uomo contorto, ossessionato dalla cattura e dalla conservazione dei suoi esemplari unici. Quando il giardino viene scoperto dalla polizia, una delle sopravvissute viene portata via per essere interrogata. Gli agenti dell’FBI Victor Hanoverian e Brandon Eddison hanno il compito di mettere insieme i pezzi di uno dei più complicati rompicapo della loro carriera. La ragazza, che si fa chiamare Maya, è ancora sotto shock e la sua testimonianza è ricca di episodi sconvolgenti al limite del credibile. Torture, ogni forma di crudeltà e privazione sembravano essere all’ordine del giorno in quella serra degli orrori, ma nella deposizione della giovane donna, che ha delle ali di farfalla tatuate sulla schiena, non mancano buchi e reticenze... Più Maya va avanti con il suo terrificante racconto, più Victor e Brandon si chiedono chi o cosa la ragazza stia cercando di nascondere...




Il libro inizia dalla fine, ma non vi preoccupate che vivrete il racconto passo per passo, spesso e volentieri chiedendovi cosa avreste fatto se vi foste ritrovati in una situazione del genere.

La storia è raccontata dal punto di vista di Maya, una delle "farfalle".
Interrogata dagli agenti Hanoverian e Eddison, Maya racconta la sua esperienza dal principio, insieme a quella di molte ragazze che hanno vissuto questo inferno con lei.

Maya è sfuggente, chiusa e sembra che nulla possa toccarla; chiaramente il tutto potrebbe essere riconducibile al fatto che ha subito una trauma di proporzioni bibliche, ma gli agenti decidono che c'è sotto qualcos'altro.
Dandole il tempo che le serve, ascoltano ogni singola informazione, ogni singolo frammento che esce dalla bocca della ragazza, cercando di comprendere se sia solo una vittima innocente o se in qualche modo sia invischiata nella faccenda.

Il tutto si svolge in questo luogo chiamato "il giardino" che, ovviamente, ha il suo giardiniere.
L'uomo rapisce le ragazze, tatua delle ali di farfalla sulla loro schiena, assegna loro dei nuovi nomi e le tiene segregate.
Le regole del giardino sono semplici: bisogna mangiare sempre i pasti che vengono assegnati, i capelli devono restare raccolti in cima alla testa per permettere al tatuaggio di stare in bella vista e, se ti comporti bene, ottieni dei bonus.

Una delle cose più scioccanti è apprendere che il giardiniere ama realmente ogni singola ragazza che prende con sé, è convinto di darle una vita migliore e si infuria se qualcuno osa farle fisicamente del male.
Lui non si vede come un carceriere ma come un salvatore; le sue farfalle sono perfette e non potrebbero stare in un posto migliore se non nel suo giardino. Lui vuole che siano felici. 
Ho trovato la psicologia e la caratterizzazione di questo personaggio veramente affascinanti.
Perfino conoscendo il motivo per cui lo stavamo facendo, sono certa che fosse convinto che fosse un indice di quanto eravamo felici sotto le sue cure amorevoli, tanto da voler organizzare un intrattenimento per lui. Quell'uomo aveva un talento impressionante per vedere quello che voleva vedere.
Maya nella storia ha un ruolo fondamentale.
Pur sembrando una ragazza fredda e quasi priva di empatia, è estremamente coraggiosa e si fa carico del dolore e della protezione della sua famiglia all'interno del giardino.
Ogni ragazza ha una personalità e un atteggiamento differente rispetto a quello che la circonda, ma trova in Maya un punto fermo su cui fare affidamento.
<E piangevate le une per le altre>. Non è una domanda.
La bocca di Maya si inclina. Non è un sorriso, nemmeno una smorfia, solo un riconoscimento che lì dovrebbe esserci qualche tipo di espressione.
<Sempre. Non dovevi mai aspettare che una ragazza comparisse nel vetro. Le piangevi ogni singolo giorno, perché ogni giorno stavamo morendo>.
I personaggi secondari sono tanti. Alcuni faranno solo una veloce comparsa, altri più persistenti e caratterizzati nella storia. Alcuni vi faranno sorridere, altri vi faranno commuovere e altri ancora si faranno odiare.

Non dico altro perché altrimenti vi racconto tutto tutto tutto e vi tolgo il piacere di scoprire lentamente questo romanzo come ho fatto io.
Non posso far altro che consigliarvelo perché non ve ne pentirete.

Per oggi è tutto!
Aspetto come sempre la vostra opinione.

Alessia

2 commenti: